Cellulite e adiposità localizzata

la cavitazione La Cellulite è una degenerazione infiammatoria del tessuto adiposo, o grasso sottocutaneo, in cui si realizza un’ alterazione delle strutture del tessuto connettivo di sostegno.
 
Molte sono le cause dello sviluppo della cellulite: possiamo distinguere fattori primari non eliminabili, come la predisposizione familiare, il sesso, la razza, e fattori secondari, come ad esempio patologie particolari (malattie epatiche, disturbi intestinali..), farmaci, ormoni (un’azione significativa è svolta dall’ormone estradiolo), fattori vascolari, vita sedentaria, stress, cattiva alimentazione.
 
Si distinguono due tipologie cliniche di cellulite: la pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica (P.E.F.S.) e l’adiposità distrettuale o localizzata. Queste due manifestazioni sono diverse nella clinica, nell’eziopatogenesi e nell’evoluzione.
 
Esteticamente, la cellulite si può manifestare come un semplice gonfiore, fino ad arrivare al caratteristico aspetto spugnoso e bucherellato della superficie cutanea (“a buccia d’arancia”).
 
La pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica (P.E.F.S.) è una condizione caratterizzata dalla degenerazione infiammatoria delle cellule adipose sottocutanee e dall’alterazione delle strutture connettivali di sostegno e del sistema venoso e linfatico. Si caratterizza per la presenza di ritenzione idrica a livello dei tessuti, dovuta ad un rallentamento del flusso sanguigno, con conseguente inestetismo cutaneo visibile in superficie.
 
Con il termine di adiposità distrettuale o localizzata si intende un quadro in cui il tessuto adiposo aumenta di volume per una iperplasia delle cellule adipocitarie, conservando però la propria struttura a lobuli e la normale vascolarizzazione.
 
E’ possibile distinguere quattro fasi principali di degenerazione infiammatoria progressiva:
  • 1° Fase: È caratterizzata da edema ed iniziale stasi venosa e linfatica, con drenaggio insufficiente dei liquidi interstiziali. Ne deriva che il tessuto connettivale e' ricco di liquidi, gli adipociti aumentano di volume ed inizia la dissociazione delle fibre elastiche connettivali. La cute diventa più pastosa e meno elastica.

  • 2° Fase: I fenomeni precedentemente descritti si accentuano. Le fibre reticolari, presenti intorno agli adipociti, aumentano di numero e spessore, aggravando la situazione del microcircolo. La cute è pallida e fredda. Se la ritenzione idrica continua, l'epidermide si assottiglia, perde elasticità, diventa fragile e alla palpazione è possibile percepire dei micronoduli.

  • 3° Fase: I micro-noduli diventano sempre più evidenti e cominciano ad ostacolare gli scambi metabolici a livello vascolare, causando una sclerosi e un indurimento del connettivo nel derma. La pelle si presenta "a buccia d’arancia", talvolta con dolore alla palpazione.

  • 4° Fase: I micronoduli aumentano di numero e dimensioni formando macronoduli, mobili e dolenti alla pressione. Il tessuto connettivo si addensa racchiudendo scorie, elementi nutritivi stagnanti, acqua e grassi. A livello del derma si possono rilevare infossamenti soprattutto quando manualmente si mobilizzano i lembi cutanei o si contraggono i muscoli. Talvolta questi inestetismi diventano stabili, dando alla pelle il cosiddetto aspetto "a trapunta" o "a materasso".

Nella pratica clinica ci sono casi in cui l’aspetto della P.E.F.S è predominante ed altri in cui invece prevale l’eccesso di adiposità localizzata. Nella maggioranza dei casi è molto frequente la presenza di forme miste in cui le due manifestazioni sono associate tra loro.
 
Prima di iniziare un trattamento specifico, occorre effettuare un’attenta diagnosi per stabilire la tipologia di cellulite, la sua localizzazione e i fattori che possono aver provocato l'insorgenza o l'aggravamento della malattia.

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